Il lavoro culturale pubblica una mia lettura di Memorie di un rivoluzionario timido di Carlo Bordini.
“La ricognizione entro il senso della propria, più o meno riottosa, e dell’altrui, più o meno quiescente, partecipazione collettiva, sembra essere a posteriori uno dei principali meriti della ricerca linguistica di Carlo Bordini. Un senso da calibrare meticolosamente all’interno di ogni sintagma spaziotemporale cui la scrittura si riferisce a prescindere. Perché quello di Bordini è un punto di vista puramente soggettivo e così connaturato all’esattezza del suo movimento entro e fuori il proprio contesto, da rendersi capace, anche dopo molto tempo, di raccontare una buona parte della vera musica di un’epoca” → http://www.lavoroculturale.org/il-sogno-rimandato-carlo-bordini/